Together – INSIEME

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Together we can do what we can never do alone.

TOGETHER WE CAN DO WHAT WE CAN NEVER DO ALONE

Francesca, la donna che condivide con me il quotidiano e molto di più, al mio “vorrei farmi una tisana” risponde con, “ne vuoi una della Yogi?”… come facevo a rifiutare, sono le mie preferite. Così scava nella sua borsa e recupera questa bustina singola, presa da chissà dove. Metto su l’acqua calda, prendo, e leggo l’etichetta, perché so che YogiTea scrive sempre dei messaggi: “Together we can do what we can never do alone”: “Insieme possiamo fare quel che non riusciremmo mai a fare da soli“.

Alzo lo sguardo, cerco gli occhi di Francesca, le mostro l’etichetta e attendo la sua reazione: qualche secondo per leggere e poi, sorride con gli occhi che brillano mentre incontrano i miei. Ci riconosciamo in quel sentire disarmato che non lascia spazio all’improvvisazione: “Quando i giochi si fanno duri, i duri iniziano a giocare!

Sì perché dovete sapere che tra percorsi che stiamo seguendo insieme, trattamenti e carte canalizzate, il messaggio – declinato in vari modi – è sempre lo stesso, ovvero “bla bla bla … INSIEME“, “INSIEME troverete bla bla bla”, “se INSIEME allora bla bla bla wow!”. Insomma la parola chiave è, evidentemente INSIEMETOGETHER!

Io sento che l’Universo mi parla: attraverso sincronicità, ciclicità, simboli, sensazioni, voci sottili, incontri, ecc. E so che negli anni ho smesso di credere a tutto questo, mentre a mio avviso da bambino son stato molto più connesso. Ma quando la vita vuole rimetterti qualcosa sul tuo percorso, trova il modo per farlo. E anni fa, grazie al teatro ho riaperto questo canale e l’ho coltivo a livello di percezione fisica. Negli ultimi anni ho aggiunto una consapevolezza più sottile ancora. I messaggi sono diventati più importanti e la difficoltà a maggiore, ma anche la meraviglia e la bellezza di quando questi puzzle iniziano a prendere forma. O a darti una direzione precisa.

Ognuno di noi percepisce e comunica in modo differente. C’è chi è più portato a sentire voci, suoni, parole, chi invece nel vedere immagini, colori, chi a percepire con la pelle, gli organi del corpo e così via. Osservandoci – con mente da principiante – possiamo imparare quale parte di noi è più predisposta a ricevere, per aiutarci a creare un primo spazio di fiducia, in cui, successivamente, possono entrare anche gli altri sistemi. Naturalmente ognuno di noi ha il proprio bouquet. Personalmente sento molto con il corpo e la percezione, poi ho la visione, più raramente sento suoni o parole. Anche se col tempo e l’allenamento tutto prende più spazio, si amplifica.

INSIEME poi mi richiama anche un’altra considerazione. Chi mi conosce da più vicino sa che amo stare da solo, e pur avendo questa necessità e propensione verso l’eremitismo – oggi un po’ meno – non potrei crescere se non abitando uno spazio condiviso con altre persone. Francesca in primis, i figli, la famiglia, perché è il mio quotidiano. Ma poi tutte le persone che la vita ti avvicina e che se siamo attenti riconosciamo come famiglia animica. Da soli non possiamo veramente evolvere, possiamo arrivare fino a un certo punto.

Probabilmente sarebbe diverso qualora nel nostro percorso ci fosse la via per arrivare ad essere un Asceta, allora forse tanto tempo soli aiuterebbe. Ma non saremmo comunque soli, perché in quell’indagine individuale, saremmo connessi sempre più con la natura e gli elementi che ci circondano. Ma non avendo questa direzione, ad oggi, in questa vita, non sento di poter aggiungere altro.

Ultima cosa: nel momento in cui l’Universo, attraverso i suoi simboli, incontri, allenamenti ecc. ti porta – e rimarca – un messaggio, ho imparato che conviene dargli seguito, sia nel bene che nel male.

Perché il più delle volte possiamo non sapere esattamente tutti i motivi per cui accade qualcosa, ma se abbiamo ricevuto messaggi e sensazioni che confermano quella direzione, e sai nel tuo profondo che devi fare proprio quella cosa lì, i motivi passano in secondo piano e li comprenderai eventualmente dopo. Un po’ come si dice in teatro: Prima fai e poi capisci. Che è la stessa cosa che fa un bambino: prima impara a camminare poi eventualmente può capire come funziona la camminata; prima impara a emettere suoni e parlare e poi eventualmente può comprendere la grammatica che permette tutto ciò.

Anche in questo caso:
prima iniziamo a seguire i segnali che la vita ci dona
e poi eventualmente comprenderemo la loro grammatica.

Alla prossima!

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